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Peer review amichevole: come farla bene in un collettivo

Quando si lavora insieme a un testo o a un progetto editoriale, la parte difficile non è scrivere. È sedersi a tavolino intorno a un documento condiviso e dirsi in faccia la verità. Dare e ricevere feedback tra colleghi può diventare un terreno minato: c'è la voglia di essere utili, di aiutare l'altro a crescere professionalmente, ma anche la paura di offendere, quella di passare per eccessivamente rigidi ed esigenti e la frustrazione davanti a critiche vaghe e a interventi sul testo che sembrano a senso unico. La peer review amichevole nasce da qui: dall'esigenza di un metodo che permetta di lavorare insieme senza scannarsi, mantenendo tatto, profondità e rispetto anche quando le divergenze sono tante e il tempo stringe.


Studenti che lavorano a una peer review amichevole

  • Che cos'è la peer review e perché spesso fallisce

  • Che cos'è la peer review amichevole e perché è preziosa in un collettivo

  • Come organizzare e gestire questo sistema di revisione paritaria


Cos'è la peer review e perché spesso fallisce


La peer review (o revisione paritaria) è un processo di lettura critica tra pari. Un pari competente legge il tuo testo, lo valuta e ti offre osservazioni per migliorarlo. Nel mondo accademico la peer review è un filtro di qualità per gli articoli scientifici destinati alle pubblicazioni di settore. Nei collettivi letterari, nelle redazioni e nei gruppi di scrittura, invece, è un passaggio che aiuta ad affinare stile, struttura e idee. Quando funziona bene, è uno strumento inestimabile, perché rende la scrittura più consapevole, aiuta a mettere a fuoco i punti deboli, produce riflessioni decisive nella maturazione dello sguardo e della voce.


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Purtroppo, però, nel concreto spesso la revisione paritaria fallisce. Le ragioni sono molteplici. Qualche volta il feedback è severo fino alla demolizione del testo e di chi l'ha scritto. A ragione, oppure a torto: possono anche innescarsi dinamiche di potere che nulla hanno a che fare con la qualità dell'elaborato. Altre volte subentra la timidezza o, specie quando c'è un certo affiatamento, si presentano la paura di ferire e l'amore del quieto vivere, e così si finisce per limitarsi a commenti genericamente positivi. In entrambi i casi, né il testo né l'autore o l'autrice hanno modo di crescere.


A questo va aggiunta una verità scomoda, e cioè che dare un feedback sensato richiede tempo e impegno. Un testo sottoposto a revisione paritaria va letto con attenzione, poi riletto, poi letto ancora. Se rilevi qualcosa che non ti convince, devi essere in grado di segnalare dove e argomentare il perché, in modo che chi l'ha scritto possa sapere quali modifiche apportare. Inoltre, bisogna evitare di sovrapporsi all'autore: chi fa la revisione accompagna e supporta, non riscrive. Per questo motivo, in un processo di peer review è necessario coniugare rigore editoriale e cura reciproca. La peer review amichevole fa propri questi principi, facendone i cardini del flusso di lavoro.


Che cos'è la peer review amichevole e perché è fondamentale


La peer review amichevole è un metodo strutturato per leggere, analizzare e potenziare un testo nel rispetto dell'autore e della sua voce. Nel contesto di un collettivo letterario, di un team creativo o di qualunque altro gruppo di lavoro che maneggi la scrittura, questo sistema permette di lavorare insieme con rigore senza che la critica degeneri e che la stima reciproca diventi un freno alla qualità.


Dal punto di vista pratico, i benefici della peer review amichevole sono subito evidenti. Favorendo l'instaurarsi di un clima in cui si può essere sinceri senza essere bruschi e il feedback può essere accolto senza diventare un attacco personale, questa pratica produce testi più solidi. Non è solo un processo di editing che apporta maggiore precisione nel linguaggio, maggiore consapevolezza narrativa/argomentativa, una più solida capacità di revisionare autonomamente il proprio lavoro nel tempo. È, piuttosto, un percorso di crescita e di responsabilità creativa condivisa.


Il nocciolo della peer review amichevole


A questo tipo di revisione paritaria non dovresti pensare come a una sorta di compromesso tra un giudizio onesto e una scelta più diplomatica. La peer review amichevole non è questo. Si tratta, piuttosto, di un approccio tutto centrato sul testo e sui suoi margini di miglioramento. I rilievi che compongono la revisione, infatti, sono di tre tipi:

  • quello che funziona;

  • quello che non funziona o che potrebbe essere rafforzato;

  • le alternative concrete.


Non c'è indulgenza, ma nemmeno quella durezza che fa sentire umiliato chi riceve i commenti. Al centro del processo si pone il testo, affrontato con cura e competenza, avendo di mira l'eccellenza senza sacrificare la fiducia. Per un gruppo che lavora con la scrittura, saper procedere in questo modo è importantissimo. Perché riuscirci vuol dire diventare una comunità che pensa, scrive, legge e cresce insieme.


Due colleghi impegnati in una peer review amichevole


5 principi e un metodo per una revisione paritaria senza spargimenti di sangue


Per sottoporre un testo a una peer review amichevole non bastano le buone intenzioni: serve un metodo - e che questo metodo sia applicato con rigore. Questo metodo ha dei principi molto precisi, che servono a evitare che il momento della revisione diventi un campo di battaglia. Quelli fondamentali sono cinque:


  • Onestà responsabile: la sincerità è irrinunciabile in questo processo, ma non devi scambiarla con il diritto di dire tutto quello che pensi in modo brutale. Un buon test per il rispetto di questo principio è sottoporre il tuo rilievo a una domanda: Questa osservazione aiuta davvero il miglioramento del testo? Se la risposta è affermativa, significa che ti stai prendendo la responsabilità delle parole che usi nel modo corretto.

  • Rispetto della voce dell'autore: migliorare il testo non significa riscriverlo come lo scriveresti tu. Una peer review amichevole non corregge l'altro per farlo somigliare a te, ma per rendere efficace il testo e fargli esprimere tutto il suo potenziale.

  • Focus sul testo, mai sulla persona: la critica costruttiva si riferisce a quello che accade sulla pagina, non nell'interiorità dell'autore o dell'autrice. Dunque, il rilievo dovrebbe suonare non come un "sei caotica e melensa", ma piuttosto come "in questa pagina la narrazione è disordinata; inoltre, stai insistendo troppo in una certa direzione emotiva, che però non risulta efficace".

  • Specificità nel rilievo: ricorda che più il feedback è ricco di dettagli, più diventa utilizzabile per intervenire sul testo. A giudizi generici ("funziona", "non funziona") preferisci indicazioni puntuali sui punti di forza e su cosa va migliorato.

  • Ascolto prima della correzione: quando un passaggio non torna, assicurati di aver capito la logica interna e l'intenzione del testo. In caso di dubbio chiedi, perché la peer review amichevole è una pratica dialogica, non impositiva.


Più-possibile-meglio: il metodo per una peer review amichevole che funziona


Esiste una formula che sintetizza la peer review amichevole: più-possibile-meglio. Se non hai particolare familiarità con questo approccio alla revisione paritaria, tenerla presente ti aiuterà nello strutturare il tuo lavoro sul testo altrui e a fornire un feedback efficace e rispettoso. La formula, nello specifico, ti offre una struttura minimale per organizzare le tue osservazioni:


  • più: si riferisce alle componenti del testo da valorizzare, quello che funziona;

  • possibile: si riferisce a quello che potrebbe risultare più efficace con un intervento mirato;

  • meglio: riconnettendosi agli elementi individuati in precedenza, formula delle proposte concrete per il miglioramento.


La semplicità è un pregio evidente di questo sistema, ma non è l'unico. L'approccio amichevole alla peer review è stato oggetto di numerosi studi in psicologia negli ultimi anni: i più recenti (come quello che trovi a questo link) evidenziano notevoli benefici tanto sul piano dello sviluppo professionale individuale quanto sui flussi di lavoro e sui legami di comunità nei gruppi che producono conoscenza.


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Come organizzare la peer review amichevole in un collettivo


Per poter funzionare bene in un collettivo, la peer review amichevole ha bisogno di una struttura condivisa: avere regole chiare e un'infrastruttura di lavoro solida, infatti, fa sì che le dinamiche personali non incidano sul flusso, proteggendo sia la qualità dei testi sia le relazioni.

Una prima considerazione riguarda ruoli, tempi e materiali. Prima di iniziare un progetto, bisogna sia chiaro chi porta il testo e chi offre il feedback e in che forma questo andrà fornito. È importante che siano ben definiti tempi di scrittura, di lettura e di revisione. Inoltre, occorre chiarirsi sui materiali da revisionare: il testo completo oppure un estratto o una scaletta. Le aspettative sul rispettivo lavoro vanno condivise, non si può improvvisare.


Due colleghi svolgono una peer review amichevole

Un secondo aspetto, poi, riguarda turni e criteri. Per adottare stabilmente il metodo della peer review amichevole, funziona bene un sistema a rotazione. Ogni settimana, oppure ogni mese, un paio di membri del gruppo propongono i loro testi e gli altri leggono e commentano. È fondamentale, però, stabilire insieme i parametri dell'analisi, gli obiettivi e i criteri.

Occorre anche riflettere bene sul formato della discussione, che può essere sincrono (discussione in presenza/online per una discussione di gruppo dei punti chiave) o asincrono (commenti scritti su un documento condiviso). Non sempre è possibile lavorare tutti insieme, ma adottare una modalità ibrida potrebbe risultare un buon modo per mantenere ritmo e profondità. In ogni caso, ogni revisione deve lasciare una traccia in forma di note condivise, di appunti, di commenti organizzati. Il feedback nella peer review amichevole non va inteso come un favore che si fa di tanto in tanto all'autore o all'autrice del testo, ma come un patrimonio condiviso dal collettivo.


Strumenti utili per collaborare, scrivere, rivedere


Una peer review amichevole per essere fluida ed efficace ha bisogno di strumenti chiari e leggeri. Lavorare su Google Docs, o su altre piattaforme che permettono di commentare, evidenziare e discutere in modo ordinato è un'ottima idea: tutti vedono tutto e il dialogo a margine del testo non si sovrappone alla scrittura.


Che si lavori online o in presenza, comunque, resta cruciale che i commenti siano ben strutturati. Quando si costruisce un percorso di revisione paritaria all'interno di un collettivo, è utile stabilire insieme in anticipo il formato dei commenti. Meglio che sia breve e conciso (punti di forza, criticità, indicazioni operative), perché paragrafi pieni di impressioni rischiano di essere dispersivi. Questo formato può combinarsi all'adozione di schede di revisione semplici, strutturate su domande chiave (intenzione del testo, punti di forza, punti deboli, priorità di revisione) che permettano ai revisori di orientarsi e restituire rapidamente un feedback ben organizzato.


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Conclusioni


Una peer review amichevole non è un gesto di gentilezza: è un sistema per far crescere testi e persone dentro un collettivo con rigore e cura editoriale. Richiede impegno, precisione, responsabilità e una cornice condivisa. Per svolgere una revisione di questo tipo, occorre imparare a leggere con attenzione, commentare con misura, costruire la fiducia con rilievi puntuali. Se è applicato bene, questo metodo non genera competizione ma qualità, trasformando il gruppo che lo adotta in una comunità professionale che opera consapevolmente sulla propria scrittura.


Vuoi portare questo tipo di revisione paritaria nel tuo collettivo, costruire un metodo su misura per il tuo gruppo o ricevere un feedback professionale sui testi che avete prodotto? Scrivici: saremo i vostri alleati nell'aiutare la scrittura a crescere e a ricevere l'attenzione che merita.




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