Il collettivo di scrittori: scrivere insieme per mestiere
- Alice Bergamin

- 7 giorni fa
- Tempo di lettura: 6 min

Cosa si intende quando si parla di un collettivo di scrittori? Si fa riferimento a un gruppo di autori che decidono di collaborare per scrivere uno o più libri, mantenendo un'identità unica; per i lavori narrativi si utilizza il termine, appunto, collettivo, mentre per i testi di ricerca scientifica si preferisce parlare di scrittura collaborativa.
Questo tipo di lavoro, da sempre esistito, ha avuto un notevole sviluppo con la new generation, ossia quella fascia di ragazzi e adulti che hanno deciso di contrastare l'idea della solitudine da sempre connessa all'attività della scrittura, cercando attraverso un collettivo di disgregare la storica e mai mutata equazione racconto = solitudine.
Questa necessità si è amplificata con il sopravvento dei social network, che richiedono una connessione costante, una condivisione assoluta delle attività, specialmente creative, al punto che viene mal sopportata la concezione della nascita solitaria di una creazione e della necessità di sviluppare un'idea in completo raccoglimento in se stessi.
Come si crea un collettivo di scrittori?

L'aggregazione con finalità di scrittura è da tempo immemore insito nell'uomo, perché è noto che il confronto di idee, gli spunti provenienti da altri rispetto a se stessi, nonché le discussioni producono, se le sinergie vengono ben incanalate, testi migliori, con punti di vista ampi e meglio articolati.
Troviamo perciò in letteratura molti casi redatti secondo questa idea, ma alcuni di loro hanno avuto maggior successo rispetto ad altri. La caratteristica che accomuna tutti gli esempi è quella di rendere fruibile i propri testi e il proprio modo di lavorare liberamente: ciò non significa che i libri vengono distribuiti gratuitamente, ma che le idee, parti dei testi, l'iter di creazione o capitoli interi possono essere utilizzati per crearne di nuovi, oppure inseriti in altri progetti, anche con finalità o contenuti diversi.
Questo perché si vuol lasciare fluire la libertà di pensiero e parola e aprire il proprio modus operandi ad una comunità più ampia, per uno scambio che produca sinergie positive e migliori la letteratura.
Esempi di collettivo di scrittori: SIC

SIC, acronimo per Scrittura Industriale Collettiva, è un metodo creato nel 2007 da Gregorio Magini (nato ne 1980, vive a Firenze; i suoi racconti sono apparsi sulle maggiori riviste letterarie italiane; con il metodo SIC ha scritto In territorio nemico) e Vanni Santoni (nato nel 1978, vive a Montevarchi, in provincia di Arezzo; ha collaborato anch'egli alla stesura del libro In territorio nemico edito nel 2013, scritto numerosi altri libri in solitaria e collabora da qualche tempo con il Corriere della Sera).
Questa comunità aperta di scrittori vuole che il metodo diventi di normale utilizzo da parte di piccoli gruppi, per scrivere un buon libro (da loro definito Romanzo Aperto) e che si crei una rete di scambio di opinioni tra scrittori e persone sensibili all'innovazione e felici nella condivisione del sapere.
Attualmente viene utilizzato anche dalla NABA Dimitri Chimenti dell'Università di Siena (anch'esso facente parte degli autori del già citato primo libro scritto seguendo il metodo SIC), che lo utilizza con i suoi studenti per la produzione di sceneggiature, a dimostrazione che il metodo è di per sé modulare e a sorgente aperta ed è strutturato in modo che chiunque possa adattarlo o aggiungere patch a seconda delle esigenze specifiche della storia che vuole scrivere.
Nella brochure presentata nel 2007 alla Fiera del Libro a Torino, spiegavano in che cosa consistesse il loro metodo:
tutti gli scrittori lavorano su schede, ognuna delle quali è relativa a un elemento narrativo (personaggi, luoghi, stile, situazioni, etc) e tutti mettono mano su ognuna di esse
esiste un direttore artistico, che non si occupa della compilazione delle schede, ma seleziona e ricompone il lavoro altrui
ogni scrittore scrive tutte le parti del libro
Attualmente non sono in previsione di scrivere alcun libro, perché tutti impegnati nella stesura di testi in modo autonomo.
Esempi di collettivo di scrittori: CSU

Il CSU - Collettivo Scrittori Uniti - è un gruppo di scrittori che si è presentato per la prima volta nel 2018 al Salone del Libro di Torino e che ad oggi conta quasi 400 autori.
Il primo direttivo era composto da Claudio Secci, Jessica Maccario, Massimo Procopio, Manuela Chiarottino e Manuela Siciliani; in seguito, Procopio si è sfilato e si sono aggiunti Federica Martina, Alessia Francone (che abbandonerà dopo due anni) e Gabriele Dolzadelli; a inizi 2025 si è unita anche Marzia Verentino.
Sono dei volontari che aiutano gli autori che si stanno affacciando al mondo della letteratura presentandoli ad eventi letterari del territorio nazionale: come scrivono nel loro sito, si tratta di "fiere, congressi, sagre, feste di paese o qualsivoglia manifestazione che offra l’opportunità di esporre uno stand che batta stemma e nome del Collettivo artistico". I fondatori, in base alle loro esperienze pregresse, si impegnano a reclutare autori per queste partecipazioni e a ciascuno viene chiesta una quota di partecipazione.
Si tratta perciò di spazi che sono principalmente pensati per autori che si autopubblicano, oppure che sono stati editati da case editrici che per svariati motivi non parteciperanno alla determinata fiera. Inoltre, durante queste manifestazioni il CSU organizza incontri con emittenti radiofoniche, televisive, blog e giornali, che includono interviste sul posto e incontri negli stand: questo permette agli autori emergenti di migliorare le loro abilità di esposizione e di comunicazione, superando gli ostacoli della timidezza e dell’approccio con il pubblico.
Lo scopo principale del Collettivo Scrittori Uniti è la condivisione e la fratellanza comunitaria. Nelle fiere l'autore diventa un commesso che vende tutti i libri, non solo il proprio e gli incassi restano al 100% allo scrittore, senza provvigioni o commissioni per il Collettivo (la quota di partecipazione che viene chiesta è relativa all'acquisto dello spazio espositivo, diviso per il numero dei partecipanti).
Esempi di collettivo di scrittori: Wu Ming

Wu Ming è un collettivo di scrittori della zona di Bologna, già facenti parte del progetto Luther Blisset (che si è svolto dal 1994 al 1999 e la cui opera Q li ha fatti conoscere in tutto il mondo). I fondatori sono: Roberto Bui (nato nel 1970, nome artistico Wu Ming 1), Giovanni Cattabriga (nato nel 1974, nome artistico Wu Ming 2), Luca Di Meo (nato nel 1964, nome artistico Wu Ming 3, distaccatosi dal gruppo nel 2008 e mancato nel 2023), Federico Guglielmi (nato nel 1973, nome artistico Wu Ming 4) e Riccardo Pedrini (nato nel 1964, nome artistico Wu Ming 5, uscito dal gruppo nel 2016).
Il programma letterario è focalizzato su una narrativa radicale, che da vita a storie molto articolate in cui lo scrittore analizza con approcci diversi i fatti descritti e il contesto storico e sociale in cui si svolgono.
Alcune delle opere più importanti del collettivo di scrittura Wu Ming:
54, edito nel 2002, in cui si intrecciano tre storie ambientate proprio nell'anno 1954, che si svolgono tra Italia, Mosca e Hollywood
Manituana, pubblicato nel 2007, che tratta delle guerre indiane combattute dalla nazione irochese nel 1775
Altai, uscito nel 2009, ambientato a Venezia tra il 1569 e il 1571, che riprende alcuni personaggi già apparsi in Q
L'armata dei sonnambulo, in vendita dal 2014, che tratta della rivoluzione francese, raccontata come una rivolta partita e voluta dal basso
Il nome Wu Ming (无名), letteralmente significa "senza nome", l'essere oscuri, non noti, e il fonema ben raccoglie la loro missione, ossia il fatto che gli autori preferiscono sparire dietro pseudonimi, per lasciar parlare solo le parole contenute nelle loro opere. Non a caso, pur essendo perfettamente conosciuti i nomi dei partecipanti a questo collettivo di scrittori, si firmano Wu Ming accompagnato da un numero, dato nell'ordine alfabetico dei cognomi (ad esempio Wu Ming 1 corrisponde a Roberto Bui). Inoltre, evitano con cura di essere filmati, fotografati e di apparire in TV e infatti le immagini che girano su internet sono palesemente dei fake.
Il progetto collettivo di scrittori Wu Ming è approdato ad una forma reale più vasta, denominata Wu Ming Foundation, all'interno della quale confluiscono tutti i laboratori, i seminari, i progetti artistici, culturali e politici, i gruppi d'inchiesta realizzati dagli autori. Il blog che racconta tutto il loro fare è Giap - nome che deriva da una vecchia newsletter chiamata come il generale vietnamita Vo Nguyen Giap.





Commenti