Casa editrice cerca ghostwriter? Guida pratica tra contratti, crediti e diritti
- InVece Team
- 9 set
- Tempo di lettura: 5 min
Niente fumo, solo fascicoli. Quando una casa editrice cerca un ghostwriter, la questione non è romantica (“scrivi tu, firmo io”), è industriale: tempi, budget, reputazione e responsabilità legali. Qui smontiamo il meccanismo: perché le case editrici lo fanno, come si remunera chi scrive nell’ombra, quali clausole mettono al sicuro entrambe le parti e dove finisce la retorica e inizia il diritto.

Casa editrice cerca ghostwriter? Bene: prima di emozionarci per la “voce perfetta”, guardiamo i numeri del settore. Il mercato trade italiano nel 2024 ha rallentato (–1,5% a valore; copie in calo), con editori che chiedono progetti rapidi e solidi sul piano commerciale: il ghostwriting è uno strumento per comprimere tempi di consegna e presidiare le collane più esposte. Non un trucco: un’organizzazione del lavoro.
Casa editrice cerca ghostwriter? quadro legale e contrattuale
In Italia il diritto morale d’autore è inalienabile e resta in capo a chi ha creato l’opera (paternità e integrità dell’opera: art. 20 L. 633/1941). Anche se si cedono i diritti economici, l’autore mantiene il potere di rivendicare la paternità: la prassi contrattuale usa NDA e pattuizioni sulla non menzione per gestire la riservatezza, ma la natura del diritto morale non cambia. Tradotto: i contratti vanno scritti bene, senza scorciatoie.
Le clausole “minime” (che spesso le case editrici pretendono e un ghostwriter accorto pretende a sua volta): scope dell’opera, calendario e milestone, numero di revisioni incluse, compenso (flat, royalty o ibrido), crediti (nessuno / “con” / “as told to”), garanzie e manleva (originalità, assenza di diffamazione), diritti secondari (audiolibro, traduzioni), kill fee e condizioni di recesso. Le guide dell’Authors Guild aiutano a capire e negoziare le clausole standard dei contratti trade.
Perché (e quando) il credito conta
Nel mondo anglosassone i sindacati di categoria spingono per riconoscere esplicitamente i ghostwriter, specie nei memoir di celebrità: la Society of Authors chiede crediti in copertina o in frontespizio (“with”/“as told to”), per trasparenza verso i lettori e per dare continuità professionale a chi scrive. Un segnale che in Italia arriva filtrato, ma che anticipa una tendenza: meno finzione di paternità, più chiarezza.
Come si paga davvero il lavoro “fantasma”
Due logiche principali: flat fee (compenso fisso per progetto) o partecipazione (percentuale sulle royalty, spesso con minimo garantito). Nei mercati di riferimento (USA/UK) i benchmark citano combinazioni flat+royalty e ricordano che il contratto deve disciplinare se e come compare il nome del ghostwriter (copertina, titolo, ringraziamenti, portfolio). Le rilevazioni dell’EFA offrono fasce per parola/ora su progetti affini: non sono listini italiani, ma una bussola per evitare il ribasso al buio.
Operativo: come lavora una coppia autoriale “ombra–volto”
Brief editoriale con obiettivi e posizionamento. Ricerca (biografica, documentale, legale). Interviste (ore registrate, trascritte e sintetizzate). Scaletta capitoli con “tesi” e “prova” di ciascuno. Capitoli pilota per fissare tono e ritmo. Consegne parziali con feedback dell’editor, poi chiusura e fact-checking. Tutto tracciato per iscritto: se non è nel contratto, è una buona intenzione.

Errori tipici delle redazioni: brief fumosi, “autore famoso” senza tempo per le interviste, richiesta di “scrivere come X” dopo aver approvato il pilota, consegne modificate a metà. Errori tipici dei ghost: stima dei tempi ottimistica, fonti non archiviate, licenze di stile scambiate per verità. Rimedio? Calendario, verbali, repository condivisa e regola d’oro: niente scene inventate senza dichiarazione esplicita.
Il nodo etico: verità narrativa vs verità dei fatti
Nei memoir di personaggi pubblici la tentazione è cosmetica: abbellire il passato. Qui entrano in campo garanzie e manleve: chi firma in copertina si assume la responsabilità delle affermazioni, ma il ghostwriter risponde per l’originalità del testo e per l’uso corretto delle fonti. Gli standard di categoria chiedono trasparenza e credito dove possibile, proprio per distribuire responsabilità e meriti.
Q&A (secco)
Il ghostwriter può “cedere anche il nome”? No. Può accettare di non essere menzionato, ma il diritto morale (paternità) resta suo per legge.
Meglio fisso o royalty? Dipende da profilo e tiratura attesa: flat protegge il tempo, royalty valorizza il rischio. L’importante è fissare minimi, milestone e bonus qualità.
Chi fa il fact-checking? Di solito la redazione; ma il ghost serio mantiene un dossier fonti e accetta correzioni documentate.
Si può usare AI? Solo se il contratto lo prevede e in modo dichiarato: trasparenza sul trattamento dati e sulle fonti, altrimenti si sconfina nell’inadempimento (e nel cattivo gusto).
Diritti, crediti, ringraziamenti: anatomia di una pagina titolo
Tre scenari: anonimato totale (NDA e rinuncia alla menzione); credito “con” (copertina/frontespizio); “as told to” (il protagonista racconta, il ghost struttura). Scegliere non è estetica: è architettura di responsabilità e sviluppo carriera per chi scrive—il credito alimenta reputazione, metadati e discoverability, come ricorda la SoA.
Quando conviene alla casa editrice (e quando no)
Conviene quando: c’è urgenza (uscita legata a evento), il protagonista ha contenuti ma non tempo, la collana ha un format robusto, la redazione presidia qualità e legal. Non conviene quando: si compra solo “il nome” sperando nel miracolo, si salta la due diligence (interviste, verifiche), si pretende di cambiare tono al penultimo giro. Allora sì, i fantasmi diventano poltergeist e l’uscita slitta.
Budget e tempi: quello che una direzione editoriale vuole sentirsi dire
Stima onesta delle ore d’intervista e di trascrizione, cronoprogramma con buffer realistico, scaletta blindata dopo il pilota, due giri di revisione inclusi e il terzo a preventivo, dossier fonti scaricabile. Come correttivi di realtà, si usano benchmark internazionali per tarare le risorse (EFA: fasce per parola/ora su progetti comparabili) e si rilegge il contratto con lenti Guild prima di firmare.

Checklist per non finire in tribunale
Contratto scritto con scope e deliverable misurabili
Crediti pattuiti (nessuno / “con” / “as told to”) e portfolio clause
Garanzie: originalità, assenza di diffamazione, uso lecito di immagini/estratti
Diritti secondari e territori, durata e revert
NDA e gestione dei dati personali (interviste, registrazioni)
Kill fee e criteri di accettazione
Dossier fonti conservato in redazione
Casa editrice cerca ghostwriter? Ecco come funziona davvero
Processo tipo: (1) Brief di collana e target; (2) Call con editor e “voce pubblica” (imprenditore, atleta, creator); (3) Prova di tono: 5–10 pagine dal materiale grezzo; (4) Contratto con NDA, compenso (flat o flat+royalty), crediti e calendario; (5) Raccolta: interviste registrate, documenti, materiali social; (6) Scrittura per blocchi e verifiche in itinere; (7) Fact-checking e legale; (8) Titolo/cover con decisione su come appare il credito (nessuno / “con” / “as told to”); (9) Consegna editoriale e impaginato; (10) Promozione: il ghost resta dietro le quinte, ma – se contrattualizzato – può comparire in schede tecniche o metadati. Qui non c’è magia: c’è metodo, carta firmata e responsabilità condivise.
Casa editrice cerca ghostwriter? Ecco come funziona davvero.
Arriva la mail: “progetto urgente, 160–200 pagine, uscite a ridosso di un evento”. Prima mossa: diagnosi (ore d’intervista, materiali disponibili, rischi legali). Poi un pilota di 6–8 pagine per fissare voce e persona narrante. Nel contratto: NDA, compenso (flat o flat+royalty), crediti (“con” o “as told to” se previsti), milestone (scaletta, metà manoscritto, full draft), revisioni (2 incluse), manleva e kill fee. In lavorazione: repository condivisa con dossier fonti, calendario serrato e feedback tracciati. In chiusura: fact-checking e controllo legale; in promozione, si rispettano i patti su menzione e portfolio. Non “scrivo io, firmi tu”: scriviamo insieme, ma in modo professionale.
Commenti