Quanto costa un editing in Italia: cifre vere, variabili scomode, preventivi puliti
- InVece Team

- 9 set
- Tempo di lettura: 4 min
L’editoria italiana vive di libri, ma campa di lavorazioni invisibili. L’editing è la più fraintesa: tutti la vogliono, pochi sanno cosa pagano. Qui non si vendono illusioni: si mettono i numeri sul tavolo, si spiegano le variabili, si indicano le fonti. E sì, qualche mito cade rumorosamente.

Quanto costa un editing in Italia: la forchetta reale 2025
Partiamo dai dati misurabili. Chi lavora con i libri, in Italia, ragiona spesso per cartelle (standard: 1.800 battute spazi inclusi; in alcuni contesti si arriva a 2.000, variazione storica registrata anche nei dizionari)
Sulle tariffe, il riferimento più trasparente è RedACTA (ricerca ACTA sui lavori editoriali):
Editing “di linea”: 8,5 € / cartella;
Macro-editing (strutturale): 27 € / cartella;
Revisione di traduzione: 7,5 € / cartella. Sono voci definite, con cosa comprende ed extra elencati nero su bianco. Non “opinioni”, ma parametri per contrattare senza farsi male.
Per contestualizzare, fuori dall’Italia i benchmark sono spesso a parola o a ora. L’americana EFA (Editorial Freelancers Association) rileva, a seconda del genere, range per parola per copy/line editing e proofreading (circa 0,02–0,07 $/parola, con ampie differenze per settore) e mediane orarie nell’ordine di 45–70 $/h; sono medie 2024 pubblicate nel 2025, basate su 1.000 risposte.
Nel Regno Unito, il CIEP pubblica minimi suggeriti dal 1° marzo 2025: £30,75/h per proofreading, £35,75/h per copyediting, £41,10/h per substantial/developmental editing. Sono “soglie etiche” per sostenibilità del lavoro, non listini obbligatori.
Quanto costa un editing in Italia: esempi numerici
Prendiamo la metrica italiana. Un manoscritto da 200 cartelle (= 360.000 battute):
Editing di linea a 8,5 €/cartella ⇒ 1.700 €;
Macro-editing a 27 €/cartella ⇒ 5.400 €;
Revisione di traduzione a 7,5 €/cartella ⇒ 1.500 €.A 300 cartelle le stesse lavorazioni diventano ~2.550 €, 8.100 €, 2.250 €. Questi sono ordini di grandezza, non preventivi; servono per capire di cosa parliamo quando diciamo “editing”.
Fattori che alzano (o abbassano) il conto
Stato del testo: più problemi di struttura e coerenza = più macro-editing (tariffa alta). Testo solido = più editing di linea (tariffa base).
Genere e apparati: saggi con note, tabelle, bibliografie richiedono controlli extra (coerenza citazioni, uniformazione norme redazionali).
Tempi: l’urgenza si paga. Anche i benchmark esteri lo dicono: rapidità e specializzazione spingono verso l’alto la tariffa oraria.
Metodologia: lavorare su cartella tutela entrambe le parti; l’unità è standardizzata e non dipende dal font o dai margini.
Nota settoriale: l’ecosistema libro non è una miniera d’oro; nel 2024 il pubblico ha speso quasi 3,5 miliardi tra canali trade e altri segmenti, con 112 milioni di copie di carta e -10 milioni di download e-book. Capire il contesto aiuta a capire perché l’editing serio costa e perché l’underpricing danneggia tutti.

Quanto pesa l’inflazione (e il regime fiscale) sul preventivo
L’inflazione nel 2025 è raffreddata ma c’è: ad agosto 2025 +1,6% tendenziale (stima Istat, IPCA +1,7%). Non è un dramma, ma basta a far evaporare i margini se si lavora “sotto costo”.
Capitolo fisco: molti editor e redattori operano in regime forfettario (soglia 85.000 € di ricavi). In quel regime l’IVA non si applica in fattura, ma restano imposte e contributi; “lordo” e “netto” non sono parolacce intercambiabili.
“Quanto” non basta: serve un come
Preventivo sano = definizioni chiare + unità di misura + check di qualità.
Definizioni: editing di linea ≠ macro-editing. Sono lavorazioni diverse, con compiti diversi e extra tariffati (contatti onerosi con l’autore, riletture finali, coordinamento iconografico).
Unità di misura: concordate cartella 1.800 battute o, se preferite “per parola” (utile per chi lavora con mercati esteri), fissate l’equivalenza.
Campione: 5–10 pagine editate come prova: serve a calibrare tempi e difficoltà prima di chiudere il prezzo. Pratica comune nei mercati maturi.
Checklist di trasparenza (copiatela nel prossimo scambio mail):
Tipo di intervento (linea/struttura); 2) Numero cartelle; 3) Tariffa unitaria; 4) Extra possibili; 5) Tempistiche; 6) Round inclusi; 7) Consegne e formato file; 8) Clausole di riservatezza.
Il confronto con l’estero (perché il cliente chiede sempre: “ma in USA?”)
Mercati come USA/UK quotano volentieri per parola/ora. La EFA fotografa mediane 45–70 $/h e 0,02–0,07 $/parola a seconda del genere e del tipo di editing; non sono “imposizioni”, ma bussola per evitare gare al ribasso.
Il CIEP propone minimi orari (non listini): £30,75–41,10 a seconda del livello di intervento, ricordando che il prezzo finale è negoziazione e responsabilità.
Traduzione pratica: l’Italia non è un mercato a sé stante — chi lavora a standard internazionali usa benchmark internazionali, poi converte in cartella per chiarezza locale.
Mettiamola giù semplice: il metodo per non sbagliare (da entrambe le parti)
Quanto costa un editing in Italia non è una domanda da modulo prestampato: si risponde solo guardando quel manoscritto. Si fa così:
Diagnosi: una lettura tecnica (campione di 10–20 cartelle) per capire se serve linea o struttura.
Scope: elenco interventi (uniformazioni, coerenza, lessico, macro-scaling capitoli).
Offerta: X cartelle × tariffa unitaria + extra eventuali (contatti diretti onerosi, correzione prove, coordinamento immagini).
Calendario: consegne intermedie e numero di giri inclusi.
Clausole: formato file, tracciamenti, riservatezza.
Se volete allineare le culture tariffarie: 1 cartella (1.800 battute) ≈ 250 parole. L’editing 8,5 €/cartella corrisponde a ~0,034 €/parola: utile quando lavorate con autori o agenzie che ragionano “per word”.

Perché investire nell’editing (e perché diffidare dei prezzi stracciati)
Nel 2024 il libro in Italia ha tenuto, ma non corre: i budget non sono infiniti; l’editing è il punto in cui si decide se un testo diventa libro o resta file. Prezzi sotto soglia significano tempi ridotti, verifiche tagliate, responsabilità evitate. Se vi sembra un affare, controllate la resa su coerenza interna, norme redazionali e bibliografia: lì saltano fuori i risparmi “facili”.
Domande rapide, risposte dritte
Posso avere un prezzo “a libro”? Solo dopo diagnosi. Per narrativa mainstream di 200–300 cartelle, i range di riferimento li avete sopra: fate i conti per cartella e non sbagliate.
Esiste un listino nazionale? No. Esistono linee guida e sondaggi: RedACTA in Italia, EFA e CIEP all’estero. Usatele come griglia, non come vangelo.
Inflazione e tasse, devo considerarle? Sì: l’inflazione incide (anche se ora è moderata) e il regime fiscale cambia la voce IVA in fattura e il netto che vi resta.





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