Ghostwriting per i manager di successo
- Alice Bergamin

- 10 nov
- Tempo di lettura: 4 min
Un manager ti ha appena chiesto di scrivere in ghostwriting un libro o manuale su un argomento per lui molto importante? Ottima notizia, specialmente se in quel settore il professionista è riconosciuto e molto esperto: avrai a disposizione una montagna di informazioni e, soprattutto, una persona che potrà spiegarti nei minimi dettagli il settore di cui tratta il manuale, oppure ti dirà in un batter d'occhio come e dove trovare le informazioni che mancano.
Sembra perciò un lavoro facile, con difficoltà vicine allo zero e anche abbastanza veloce... se non fosse che tutto dipende proprio dal manager e da quanto successo ha.
Cosa implica scrivere testi in ghostwriting per i manager (anche di successo)?

I manager richiedono testi in ghostwriting quando hanno qualche esigenza specifica: far conoscere se stessi o l'azienda o il prodotto ad un bacino più ampio di persone, far sapere al mondo le proprie idee imprenditoriali, la vendita di un manuale a seguito di corsi di coaching, una casa editrice che vuole nel proprio catalogo un libro che parli della vita e dei successi del manager.
In tutti questi casi, quindi, il ghostwriter ha a che fare con argomenti corposi, il cui studio, nella maggior parte dei casi, sfora nella conoscenza della vita del manager, con dettagli privati e approfondimenti della sua personalità e dei retroscena aziendali, con indicazioni di nomi di persone e date. Fondamentale è che il ghostwriter conosca il contesto ambientale dell'imprenditore prima di iniziare il lavoro, causa l'incomprensione di ciò che viene raccontato.

Se si dovesse scrivere su Adriano Olivetti, ad esempio, non basterebbe conoscere la sua storia, ma sarebbe necessario anche analizzare ciò che lui stesso aveva già scritto - come ad esempio, la sua introduzione negli Appunti per la storia di una fabbrica - per poter partire da una base solida sulla quale strutturare il testo.
Ecco quindi alcuni suggerimenti utili per dare delle buone fondamenta ai vostri scritti in ghostwriting per manager di successo:
cercare quante più fonti possibili sulla persona e sull'azienda: libri, articoli, recensioni, interviste, curriculum vitae;
cercare di conoscere o approfondire il settore di interesse del manuale: analisi, indagini, trend, ricerche;
benchmark aziendale: valutare le performance delle aziende concorrenti dell'imprenditore;
conoscere come altri autori hanno affrontato il mercato di riferimento del libro: profondità degli argomenti, stile, tono di voce;
analizzare gli articoli che trattano gli stili di scrittura e le varie caratteristiche.
Oltre a tutto ciò, però, ci sono altri punti molto importanti da prendere in considerazione, che riguardano il manager stesso.
Ghostwriting per i manager, ossia l'arte di mettersi nei panni altrui
Qualsiasi ghostwriter sa che per scrivere un manuale per conto di un'altra persona significa mettersi nei suoi panni e scrivere secondo lo stile e le caratteristiche del proprio cliente. Scrivere per un manager richiede un'attenzione ancora maggiore, perché si tratta di entrare in un ambiente aziendale, dove esistono abitudini, un gergo aziendale, consuetudini e rapporti interpersonali che esistono probabilmente da anni e che si basa su regole non scritte che hanno creato l'equilibrio tra le persone.

Ci sono autori che hanno prediletto una descrizione concentrica, dove ad ogni cerchio corrisponde un'analisi dell'azienda - la storia, i successi e i fallimenti, i fondatori, le ricerche, i concorrenti - e il manager si trova al centro, diventando uno dei personaggi: nel libro Una storia chiamata Diamante di Umberto Diamante l'autore non parla propriamente di se stesso, ma la sua figura emerge nel racconto del sistema di valori condiviso in famiglia e in azienda, del senso di responsabilità verso i dipendenti, dei comportamenti di rispetto, equilibrio e onestà condivisi da tutti.
Ce ne sono altri, invece, che hanno preferito raccontare l'azienda dal punto di vista del manager e della sua visione: è il caso di Persone al centro davvero di A. Mitidieri, S.Antonelli e P.Caravà, in cui si narrano i pensieri e le strategie adottate dal signor Mitidieri per innovare l'azienda; in questo caso le persone, la storia e le ricerche fanno da corollario al personaggio principale, molto ben descritto nelle sue caratteristiche personali e soprattutto manageriali.
Errori che un ghostwriter deve evitare nella stesura di un manuale per un manager
Nel momento in cui un ghostwriter decide di applicare la visione concentrica per descrivere la vita e le azioni di un manager di successo, deve innanzi tutto soppesare con cura la quantità di informazioni che decide di sviluppare in ogni cerchio attorno al personaggio principale. Infatti, uno degli errori più comuni quando si utilizza questa tecnica è che, nella ricerca di profondità delle argomentazioni, si rischia di offuscare la sua personalità: non si parla solo di parenti o colleghi di lavoro dal forte background culturale, ma anche di settori economici caratterizzati dalla presenza di marchi noti dal punto di vista internazionali e di forte richiamo sul pubblico.

Phil Knight, fondatore della Nike, scrivendo la sua autobiografia - L'arte della vittoria - è riuscito a non cadere nel facile tranello di ricoprirsi degli allori che il nome della sua azienda gli potrebbe comportare; l'avesse fatto, ne sarebbe rimasto fagocitato, con il risultato che i lettori sarebbero rimasti affascinati dal marchio dimenticando l'uomo. Ci riesce perché decide di mettersi a nudo, raccontando i suoi picchi e non celando le sue cadute e riconoscendo sia i pregi che gli hanno permesso di avere successo, che i difetti che non gli hanno aperto le porte della con facilità che avrebbe voluto. In questo modo, il lettore prova empatia per il narratore e, pur nell'importanza dell'azienda e ben consapevole della distanza di status che questa comporta, lo sente vicino alla propria realtà.

Esiste però anche l'errore opposto: il manager è diventato talmente famoso per la sua spiccata personalità, per la sue amicizie eccentriche e altolocate, per i vari gossip e vezzi che contornano la sua vita, oppure per il suo pensiero filosofico e la sua innovativa visione economica, che l'impresa diventa un aspetto minoritario, quasi un abbellimento, un appendice della propria personalità. Vi sono molti casi a riguardo - basti citare Steve Jobs con la Apple, il Cavaliere Gianni Agnelli e la Fiat, Sergio Marchionne sempre con la Fiat e la Chrysler, Enzo Ferrari con la sua Ferrari - e la dimostrazione è l'infinita lista di libri che raccontano le loro epopee personali, infarcite di storie romanzate e vicende scandalose, più che le vicende manageriali o i successi aziendali.





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