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Scrivere sull'acqua

Andrea Camilleri: il metodo, le storie, le idee (senza agiografie)

Parliamo di fatti prima che di leggende. Siciliano di Porto Empedocle, classe 1925, morto a Roma il 17 luglio 2019, Andrea Camilleri ha attraversato il Novecento come regista e uomo di Rai, poi ha spiazzato tutti da scrittore “tardivo”: il caso letterario che, oltre i sessant’anni, inventa un lessico, una città immaginaria (Vigàta) e un commissario che diventa patrimonio comune. Non è un miracolo: è mestiere, archivio, orecchio e un’idea ostinata di lingua.


Andrea Camilleri

Andrea Camilleri non è solo Montalbano, ma di Montalbano porta la prova regina: nel 1994, con La forma dell’acqua, inaugura una serie che fa scuola e pubblico; il fenomeno esplode tra carta e tv, fino a diventare uno dei marchi più riconoscibili dell’immaginario italiano contemporaneo. E ci arriva dopo una lunghissima officina da regista e drammaturgo.


Andrea Camilleri: i fatti essenziali (perché la cronologia conta)


Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925; per anni lavora tra teatro, radio e televisione; esordio narrativo nel 1978 con Il corso delle cose; nel 1980 Un filo di fumo apre la stagione dei romanzi “vigatesi” storico-civili; nel 1994 arriva La forma dell’acqua e nasce il commissario Salvo Montalbano. Muore a 93 anni, il 17 luglio 2019, dopo un arresto cardiaco. Tutto questo sta nelle enciclopedie serie e nelle agenzie che non sbagliano i necrologi.


Prima del boom, c’erano i romanzi storici e civili: La stagione della caccia (1992), Il birraio di Preston (1995), La concessione del telefono (1998), La mossa del cavallo (1999). La bibliografia “ufficiale” la tiene il suo editore, Sellerio, con guide ordinate: utile per smontare il mito del “nato imparato”.



Lingua e laboratorio: perché quell’italiano “sporcato” funziona


C’è un nodo linguistico che spiega mezzo successo: la mescolanza controllata tra italiano, siciliano e registri d’uso che gli studiosi hanno battezzato “vigatese”. Non folklore, ma sistema: una scelta di messa in scena che dà voce a personaggi e mondo e che la stessa Treccani ha analizzato in speciali dedicati (neologismi inclusi). Tradotto: non dialetto come vezzo, ma lingua come prova documentaria.


Andrea Camilleri ha chiamato in causa questa “lingua che inventa un mondo”: un impasto che fonde standard, dialetto e modi di dire. Anche la stampa generalista, quando fa il suo mestiere, lo riconosce: non macchietta, ma progetto.


Dalla pagina allo schermo: un passaggio industriale, non magico


Luca Zingaretti

Il “caso Montalbano” non è una fata turchina: è una catena produttiva (libri che vendono, personaggio forte, regia e cast in asse) che la Rai trasforma in serie dal 1999 al 2021. La cornice è Vigàta, l’interprete è Luca Zingaretti, il resto è continuità di scrittura e regia. Senza questa filiera, il commissario non usciva dalla carta.


Opere e ossessioni: il paesaggio morale di Camilleri


Nelle indagini di Montalbano—e nei romanzi storici—c’è un’Italia riconoscibile: poteri opachi, burocrazie storte, criminalità che si traveste da rispettabilità. Ma c’è anche l’altra metà del cielo: l’ironia per sgonfiare i palloni, il cibo come grammatica affettiva, il mare come stanza mentale. La serialità qui non è seriale: è un laboratorio di etica pubblica travestita da intrattenimento.


Nel frattempo, l’autore sperimenta altrove: il monologo Conversazione su Tiresia (Teatro Greco di Siracusa, 11 giugno 2018; poi in sala con Nexo e in home video Rai) è la prova che, “da quando non vede più”, continua a vedere meglio di molti. Un’autobiografia obliqua attraverso il mito, con la regia di Roberto Andò.


Le sue considerazioni: voce pubblica, non solo narratore


Camilleri ha parlato spesso del Paese—memoria, legalità, media—mettendo la faccia e la voce. Non a caso, Rai Cultura lo presenta come autore che “arriva tardi” alla fama ma porta con sé un bagaglio da uomo di scena e di parola: il contrario del profilo-spettacolo. La sua idea di letteratura è sempre civile, mai neutra; la lingua viene prima come responsabilità, poi come stile.


Un avvertimento che vale per tutti (non solo per i fan)


Se togli la precisione, resta la cartapesta. Le date di nascita e di morte, l’esordio tardivo, la genealogia dei libri, l’anagrafe della serie tv: sono dati verificabili nelle enciclopedie e nelle fonti editoriali. Il resto—simpatia, nostalgia, folclore—può aspettare. Camilleri è diventato “classico pop” perché ha messo i bulloni al loro posto.





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