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Scrivere sull'acqua

Ceo's ghostwriter, lo scrittore fantasma per gli amministratori delegati

Un CEO's ghostwriter è uno scrittore professionista che crea dei testi per conto di un amministratore delegato: può essere un discorso da tenere in pubblico, un post per i social media, una mail aziendale, la propria presentazione professionale o personale, la storia della propria azienda e ogni altro testo che riguardi se stessi e la propria attività imprenditoriale.


Ceo's ghostwriter

Tali persone vengono spesso denominate scrittori ombra, perché il loro nome non compare mai, nè sulle copertine dei manuali, nè come voce autoriale all'interno dei testi. Questo ruolo diventa molto importante quando l'imprenditore vuole costruire la sua leadership e il suo brand personale, senza rischiare cadute di stile ed errori di comunicazione. Ogni testo appare come se fosse stato scritto direttamente dal manager: lo scrittore ombra se ne sta sempre dietro le quinte, facendo sparire completamente la propria voce.


Perché una persona diventi un buon CEO's ghostwriter deve possedere alcune caratteristiche fondamentali.


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La prima caratteristica di un buon CEO's ghostwriter: saper tacere


Quando a uno scrittore fantasma viene conferito il progetto editoriale per un libro su un imprenditore, devono essere seguite alcune regole; non si tratta di postille inserite in un contratto (di questo ne parleremo sotto), ma di norme non scritte che è necessario non contravvenire, pena la perdita di credibilità e probabilmente anche del lavoro stesso.


Per scrivere il testo, il ghostwriter intervista l'amministratore delegato di un'impresa, cercando, attraverso domande e ipotesi, di conoscere ogni sfaccettatura dei lavori, di carpire il vero significato di alcune scelte imprenditoriali, di scoprire quai sono le persone che influenzano e forse determinano il suo fare, quali sono stati gli sbagli che non avrebbe dovuto compiere. In pratica, entra nella vita del manager, vede le sue stanze nascoste, ascolta particolari anche intimi, conosce la sua quotidianità.


ceo's ghostwriter

Ad esempio, per il libro "La mia vita, la mia storia" di Hillary Clinton, un vero e proprio team di ghostwriter ha attorniato l'ex first lady, seguendola per molti mesi, intervistandola, fotografandola e raccogliendo scatti inediti, vedendola incontrare personaggi famosi e meno noti. Senz'ombra di dubbio avranno ascoltato dialoghi che non hanno riportato, visto persone appartenenti alla sua cerchia più intima, captato dettagli della sua vita personale, saputo di impegni quotidiani che devono rimanere lontano dai riflettori. A prescindere dal controllo che è stato fatto da parte dello staff della signora Clinton prima della pubblicazione, il team dei ghostwriter avranno deciso consapevolmente di dimenticare alcuni dettagli, di non riportare alcune frasi, di volutamente non usare la macchina fotografica in certi contesti.


Non è questione di mistificare la realtà, ma di saper tacere quand'è ora.


Il rischio che si corre è di svelare un inutile pettegolezzo, di scrivere del becero gossip di bassa qualità e screditare inutilmente l'amministratore delegato. Se si sceglie invece di pubblicare a prescindere, viene meno un tacito accordo di fiducia che si deve instaurare tra ghostwriter e CEO e che probabilmente impedirà la prosecuzione dei lavori.


Il saper tacere previsto da un NDA


ceo's ghostwriter

Può capitare che il CEO si voglia tutelare nei confronti del ghostwriter che scriverà la sua storia imprenditoriale e soprattutto personale: a tal proposito è nato il NDA, un acronimo che sta per Non Disclosure Agreement, ossia un accordo di riservatezza e non divulgazione che viene stretto tra le parti. Si tratta di un vero e proprio contratto legale, che impegna una parte o entrambe a non rivelare all'esterno alcune informazioni considerate confidenziali (ricette, know how, strategie aziendali, ricerca&sviluppo, etc).


In particolare è interesse del CEO proteggere tutte quelle informazioni che hanno un valore economico, anche potenziale, per cui una loro divulgazione verso l'esterno causerebbe un danno economico.


Le caratteristiche tipiche contenute in un NDA:


  • la lista di informazioni e o dati oggetto del contratto

  • la titolarità delle informazioni

  • la determinazione della sanzione in cui si incorre in caso di violazione

  • il motivo per cui tali informazioni sono da considerarsi riservate

  • altre caratteristiche tecniche: foro competente, validità dell'accordo, leggi di riferimento, etc


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La seconda caratteristica di un buon CEO'S ghostwriter: usare il giusto tono di voce


Nel momento stesso in cui un CEO's ghostwriter inizia a lavorare con un imprenditore, perde consapevolmente la propria personalità: durante tutto il tragitto che porterà al compimento dell'opera, infatti, deve riuscire a immedesimarsi nell'imprenditore, tanto da conoscere e usare le sue tipiche espressioni, infilare nei discorsi i motti che lo hanno ispirato nella sua crescita professionale, sapere i fatti storici che sono le fondamenta del suo lavoro. Nel contempo, però, deve saper confezionare a modo tutti i discorsi, i pensieri e le storie utilizzando gli schemi della narrazione, conferendo il giusto ritmo al susseguirsi omogeneo di informazioni e dati di vita e aziendali.


Si tratta di un equilibrio in cui la personalità del ghostwriter è nascosta, seppur presente, dietro la maschera che rappresenta l'imprenditore: è simile ad un attore che, conoscendo al meglio tutti i segreti della recitazione, interpreta al meglio il ruolo che gli è stato affidato.


Il tono di voce del CEO's ghostwriter deve inoltre possedere le seguenti ulteriori caratteristiche:


  • coerente con il tono di voce del brand: non devono esserci espressioni in antitesi al credo e alla mission espresse dall'azienda

  • verità: le parole devono rispecchiare la personalità e i valori del CEO

  • chiarezza: le questioni più complesse devono essere sciolte e rese leggibili e capibili da tutti i lettori

  • compatibilità con il target: il libro deve risultare piacevole e interessante al target a cui fa riferimento

  • professionalità: è necessario che il tono di voce sia autorevole, per proiettare quel senso di competenza e credibilità che ci si aspetta dal CEO

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