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Hai una storia da raccontare?

Affidati a un ghostwriter professionista del collettivo InVece: trasformiamo ricordi, idee e vissuti in libri veri, belli da leggere e pronti per essere pubblicati. Che tu voglia scrivere un romanzo, una biografia o un saggio, ti accompagniamo con cura, discrezione e passione. Perché ogni storia merita di diventare parola scritta.

Scrivere sull'acqua

Voglio scrivere un libro sulla mia vita: guida pratica (e sincera) per trasformare memoria in letteratura

Ti capisco: l’urgenza è lì, a bussare. La vita ti chiede pagina, ordine, ritmo. Ma un libro non nasce per magia: nasce da decisioni. In questa guida ti diamo un percorso concreto e solido, niente fuffa: tecnica, struttura, voce, etica, processi editoriali. Con un occhio al passato (i classici insegnano) e uno al futuro (leggibilità, mercato, lettori reali).


Voglio scrivere un libro sulla mia vita: sì, è una frase che suona come promessa e minaccia. Promessa di senso; minaccia di retorica. La buona notizia? Con metodo, si evita la retorica e si salva il senso.


Voglio scrivere un libro sulla mia vita

Voglio scrivere un libro sulla mia vita — da dove parto davvero


Prima di tutto, una verità senza zucchero: non tutto ciò che ti è successo è materiale narrativo, ma in tutto ciò che ti è successo c’è materiale narrativo. La differenza la fa la scelta del fuoco.

Tre domande-katana (tagliano il superfluo):


  1. Qual è l’asse tematico? Perdono, giustizia, identità, riscatto, amore, tradimento, malattia, fallimento. Scegline uno come spina dorsale.

  2. Qual è il conflitto che regge il libro? Io vs. famiglia, io vs. istituzioni, io vs. me stesso.

  3. Qual è la trasformazione misurabile? Inizio in X, chiudo in Y (più lucido, più libero, più responsabile).


Formula di direzione (semplice e potentissima):

“Questa è la storia di [nome] che [obiettivo], ma [ostacolo] lo costringe a [scelta irreversibile], finché [cambiamento].”

Scrivila, stampala, tienila sotto la tastiera. È la tua bussola.


Valutazione Inediti
30 min
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Anatomia tecnica: struttura, tempo, punto di vista


Voglio scrivere un libro sulla mia vita: quale forma scelgo?


Hai 4 strade principali (puoi anche ibridarle, ma con criterio):


  1. Linea retta (cronologica) Dall’inizio alla fine. Pro: chiarezza. Contro: rischio diario piatto. Rimedio: capitoli-ancora (eventi cardine ogni 30–40 pagine).

  2. Frattale (capitoli-autosufficienti) Ogni capitolo è un “caso”, una scena risolta, legata da tema/immagini. Pro: ritmo moderno. Contro: frammentarietà. Rimedio: ritornelli (oggetto, frase, luogo che ricorre).

  3. Doppio binario (presente vs passato) Il presente incalza; il passato spiega. Pro: suspense. Contro: confusione. Rimedio: marcatori temporali chiari e coerenti.

  4. Polifonia controllata Più voci (tu + altri). Pro: profondità. Contro: dispersione. Rimedio: una voce principale e voci satellite solo dove la verità si sdoppia.


Voglio scrivere un libro sulla mia vita

Tempo narrativo: il “quando” non è un accessorio. Gioca con ellissi (salti), scene madri (dettaglio vivo) e riassunti dinamici (sintesi che spostano la storia). Regola d’oro: mostra in scena le svolte; riassumi ciò che collega le svolte.


Punto di vista (POV): prima persona se vuoi intimità e responsabilità; terza persona se vuoi distanza e respiro. Sconsiglio il POV ballerino: una scelta e la mantieni, salvo rari capitoli-eccezione con funzione chiara.


Voce, stile, ritmo: come suona la tua storia


Voce non è “scrivere difficile”, è coerenza di lessico, sintassi, immaginario. Domande guida:


  • Parli con o da? (Confidenza vs cattedra.)

  • Preferisci frasi corte e nervose o ampie e liriche? (Spoiler: alternale.)

  • Qual è il tuo vocabolario-seme? (Tre parole-chiave che ritornano.)


Consulenza Editoriale
30 min
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Ritmo: pensa in periodi (respiri), non in righe. Alterna:


  • Scena (dialogo, azione, dettagli sensoriali)

  • Riflessione (domande, nessi, etica)

  • Informazione (dati, date, nomi)


Schema base che non tradisce: S-C-I-R (Scena → Chiarimento → Informazione → Risonanza). Ripetilo come un groove.


Materiali: la tua “stanza delle prove”


Archivio: diari, chat, mail, referti, foto, articoli. Crea 4 cartelle:


  • Cronologia (timeline secca, mese/anno/evento).

  • Personaggi (bio, desideri, ombre, tic linguistici).

  • Luoghi (mappe, odori, luci, rumori).

  • Oggetti-totem (cose che “contengono” un’epoca).


Interviste: se coinvolgi altre persone, prepara domande aperte, non inquisitorie. Registra, trascrivi, evidenzia verbi d’azione: ti serviranno per le scene.


Documentazione: verifica i fatti due volte. Non perché “si fa accademia”, ma perché la fiducia del lettore è il tuo capitale.


Voglio scrivere un libro sulla mia vita

Etica & realtà: nomi, privacy, verità


Dillo chiaro: ci sono rischi quando le vite degli altri incrociano la tua pagina. Tre regole pragmatiche:


  1. Verifica (date, luoghi, fatti).

  2. Valuta (la necessità narrativa: serve davvero? sposta la storia?).

  3. Proteggi (ombrellini: pseudonimi, fondere due figure in una, cambiare dettagli non sostanziali).


Diffamazione: non è “avere torto o ragione”, è danneggiare reputazioni con affermazioni falsamente presentate come vere. Se tocchi persone vive/identificabili, consulta un legale. La letteratura è coraggio, non imprudenza.


Architettura del manoscritto: la tua impalcatura


Indice provvisorio (esempio-tipo, 14 capitoli, 220–260 cartelle):


  1. La crepa (scena madre al presente)

  2. Prima della crepa (ritratto di famiglia)

  3. Il patto (cosa volevi, cosa hai promesso)

  4. Il luogo (la città come personaggio)

  5. Il maestro / l’antagonista (figure chiave)

  6. La scelta sbagliata

  7. Conseguenze (prima discesa)

  8. L’aiuto imprevisto

  9. Il rifiuto del ritorno

  10. Il crollo (punto di non ritorno)

  11. La piccola vittoria

  12. Riparare (non redimere: riparare)

  13. L’eredità (cosa resta, a chi)

  14. Cosa cambia in me (chiusura che parla al lettore)


Coaching Narrativo
30 min
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Scaletta per capitoli:


  • Obiettivo del capitolo in una riga

  • Scena principale (luogo + azione)

  • Conflitto (interno/esterno)

  • Immagine di chiusura (deve aprire la pagina dopo)


Laboratorio di stile: microtecnica che alza il livello


  • Entrate forti: niente meteo, niente “mi chiamo...”. Inizia nel gesto (una porta che non si apre, un telefono che squilla e non rispondi).

  • Verbi vivi: preferisci “spacco, inciampo, proteggere” a “sono, avere, fare”.

  • Dettaglio sensoriale mirato: uno per scena (odore di disinfettante, ronzio del neon, pelle che tira). Più di uno? Solo se serve allo scontro.

  • Dialoghi: taglia i “ciao/come stai”; entra al terzo scambio dove brucia.

  • Simboli sobri: un oggetto che ritorna vale più di mille spiegoni.


Processo: disciplina, revisioni, lettori


Routine: 90 minuti al giorno, 6 giorni su 7. Timer on, notifiche off. Obiettivo: 800–1200 parole (4–6mila battute). In 4 mesi hai la prima stesura.


Revisione in 3 giri:


  1. Struttura (taglia, sposta capitoli, aggiungi scene madri).

  2. Stile (pulizia di frasi, voce coerente, taglio degli avverbi inutili).

  3. Fatti (controllo nomi, date, citazioni).


Lettori cavia (2–3 persone diverse): uno emotivo, uno tecnico, uno scettico. Fagli tre domande:


  • Dove ti sei annoiato?

  • Dove non hai capito?

  • Dove hai sentito verità?


Voglio scrivere un libro sulla mia vita

Dal manoscritto al libro: titoli, sinossi, mercato


Voglio scrivere un libro sulla mia vita: titolo, sottotitolo, promessa


Titolo: corto, evocativo, non autoreferenziale. Sottotitolo: la promessa al lettore (tema e contesto). Pitch (una riga): “È la storia di X che Y ma Z”. Sinossi 200 parole: trama senza spoiler finali + tono + posizionamento (cui prodest?).


Posizionamento di mercato: pensa alla mensola su cui finirai. Non è cinismo; è rispetto del lettore.


  • Autobiografia letteraria

  • Memoir di trauma/guarigione

  • Memoir professionale (una vita in un mestiere)

  • Reportage-memoir (io dentro un contesto storico/sociale)


Strade editoriali: tradizionale, indipendente, ibrida


  • radizionale: proposta a agente/editore (sinossi, 3 capitoli, bio). Pro: distribuzione, editing professionale. Contro: tempi lunghi, selezione dura.

  • Indipendente (self): pieno controllo (copertina, impaginazione, prezzo). Pro: velocità. Contro: tutto sulle tue spalle (fai squadra: editor, grafico, correttore, ufficio stampa).

  • Ibrida: piccole e medie case con forte lavoro editoriale. Spesso più dialogo, meno inerzia.


Qualunque strada: investi in editing e correzione di bozze. Un refuso ogni tre righe distrugge la fiducia, punto.


Consulenza Editoriale
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Esercizi-boa


  • Prima pagina senza “io” Racconta te stesso senza usare “io” per 300 parole. Paradosso utile: la distanza avvicina.

  • Scena madre al presente Prendi lo snodo centrale e scrivilo al presente, in seconda persona. Ti obbliga a scegliere verbi e dettagli.

  • Indice dei simboli Scegli 3 oggetti (una sedia, un biglietto, una giacca). Fai in modo che riappaiano 3 volte nel libro, ogni volta con un senso diverso.


Errori comuni (e antidoti)


  • Diario travestito da libro → Antidoto: conflitto e trasformazione in ogni capitolo.

  • Nomi veri sparati a caso → Antidoto: necessità narrativa + consulenza legale se serve.

  • Voce piatta → Antidoto: lessico-seme, verbi vivi, alternanza di lunghezze frasali.

  • Finale moralistico → Antidoto: chiudi con immagine che apre, non con sermone.


Timeline realistica (no-illusioni)


  • Settimane 1–2: materiali, bussola tematica, indice provvisorio.

  • Mese 1–4: prima stesura (60–80mila parole totali).

  • Mese 5: pausa 2 settimane + revisione 1 (struttura).

  • Mese 6: revisione 2 (stile) + lettori cavia.

  • Mese 7: revisione 3 (fatti) + titolo/sinossi.

  • Mese 8: decisione editoriale (invii o piano self).


Non è scolpito nella pietra, ma è fattibile.


Checklist finale (stampa & spunta)


  • Ho una spina dorsale tematica chiara?

  • Ogni capitolo ha scena madre e trasformazione?

  • La voce è coerente?

  • Ho verificato date, luoghi, nomi?

  • So dove mi posiziono sugli scaffali?

  • Ho fatto leggere a 3 persone diverse e integrato i feedback?

  • Il finale apre invece di spiegare tutto?


Voglio scrivere un libro sulla mia vita: ultima parola (poi si scrive)


La letteratura non è un tribunale e non è un selfie: è un patto. Io (autore) metto verità, rischio, lavoro; tu (lettore) porti tempo, fiducia, cuore. Se onori il patto, il libro funziona. Se cerchi la vendetta o l’applauso, non dura.


Voglio scrivere un libro sulla mia vita

Voglio scrivere un libro sulla mia vita: comincia da qui, oggi


  • Scrivi la formula di direzione in una riga.

  • Abbozza un indice di 12–14 capitoli.

  • Stendi la timeline con 15 snodi di vita.

  • Scegli la scena madre e scrivila ora (700 parole, senza sosta).

  • Domani riscrivila tagliando il 20%. Il ritmo nasce dal taglio.


E ricordati: non devi essere “eroe” per meritare un libro; devi essere onesto con la pagina. Il resto—tecnica, struttura, mercato—viene con il mestiere. E il mestiere si fa scrivendo. Oggi.


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